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Qual è il miglior antifurto per la casa?

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I sistemi antifurto tradizionali, come ad esempio porte blindate, recinzioni, persiane e tapparelle blindate, curano quella che viene chiamata protezione passiva della casa: la loro funzione è quella di rendere più difficoltose le effrazioni. Tuttavia questi sistemi possono essere facilmente aggirati e svolgono solo parzialmente la funzione di deterrente. Per questo motivo è consigliato l’utilizzo di sistemi di antifurto a protezione attiva, quali sistemi di allarme e di videosorveglianza, utili a segnalare da subito i tentativi di intrusione e basati su una valutazione di tutti i fattori di rischio a cui è esposta un’abitazione.

Come scegliere l’antifurto per la casa?

Il primo criterio nella scelta di un antifurto è sicuramente quello di valutare attentamente le proprie esigenze di sicurezza, che variano a seconda della tipologia di abitazione, magari facendosi aiutare da un esperto. Le altre principali discriminanti da tenere in considerazione sono:

  • l’assistenza sul territorio: soprattutto per gli impianti più complessi, che necessitano di programmazione, è fondamentale avere alle spalle un servizio di assistenza
  • compatibilità con altre marche: se vuoi comporre il tuo kit con dispositivi prodotti da aziende diverse
  • possibilità di gestione via APP: molto importante in una società sempre più “smart”
  • facile reperibilità dei pezzi di ricambio: nel caso in cui qualche componente vada sostituito.

 

I 5 componenti essenziali di un kit allarme per la casa

Un kit di allarme per la casa, per dirsi completo, deve disporre delle seguenti componenti essenziali:

  • centralina: lo strumento che permette di gestire ed integrare ogni singolo componente, fondamentale per qualunque tipo di sistema
  • sensori o rilevatori: possono essere basati su diverse tecnologie, ma sono tutti preposti a registrare eventuali movimenti sospetti ed inviare alla centrale il segnale per far scattare o meno l'allarme. Esistono diverse tipologie di sensore: sensori perimetrali, volumetrici o di movimento, rivelatori di gas o fumo
  • telecamere di videosorveglianza: consentono la gestione della sicurezza attraverso il controllo a distanza
  • attuatori: i dispositivi che fanno scattare effettivamente l’allarme, comunicando i tentativi di effrazione: sono attuatori le sirene ed i combinatori telefonici
  • dispositivi di comando: ogni meccanismo utile ad attivare e disattivare gli allarmi, come i telecomandi ed i tag di prossimità.

 

Qual è la differenza fra un antifurto per un appartamento e per una villa?

Tipologie di abitazioni differenti necessitano di approcci diversi tra loro quando si tratta di sistemi di sorveglianza. È buona pratica dimensionare il sistema di allarme in base alla perizia di un esperto, valutando tutti i rischi di effrazione. In linea generale, una metratura maggiore e l’utilizzo di spazi maggiormente esposti  rende l’abitazione più accessibile e quindi più vulnerabile, richiedendo maggiore protezione:

  • per gli appartamenti si preferiscono sensori perimetrali, che scattano in caso di forzatura di porte, finestre o balconi. A questi possono unirsi sensori volumetrici interni, per una maggiore protezione, soprattutto per le abitazioni al piano terra
  • per le ville oltre a proteggere il perimetro dell’abitazione, è importante installare sensori volumetrici esterni creati apposta per monitorare gli ambienti come terrazzi e giardini, che fanno scattare la sirena d’allarme nel caso in cui si avvicini un intruso.

 

L’antifurto e il sistema di allarme per la casa sono la stessa cosa?

Ci riferiamo comunemente con la parola “antifurto” ad un meccanismo utile a rilevare un' effrazione all’interno di un’abitazione. Un dispositivo che ha la funzione di lanciare un allarme se viene ad esempio violato un accesso della casa o se uno dei nostri beni è messo in pericolo. Con “sistema di allarme” si fa invece riferimento ad un complesso di dispositivi che lavorano in cooperazione per garantire la sicurezza della casa. Il concetto di antifurto singolo è ormai superato in una visione d’insieme che impedisca l’intrusione illecita, e che permetta una corretta gestione anche a distanza. In questo senso, intendiamo con “sistema di allarme” tutto l’insieme di componenti compresi in un kit di allarme, tra cui dispositivi come telecamere di sorveglianza o sensori speciali.

 

La centralina di allarme è indispensabile per il sistema antifurto?

Assolutamente si, la centralina è il cuore ed il cervello dei sistemi di allarme per la casaAlla centralina devono essere collegate tutte le componenti che permettono un adeguato sistema di allarme per la tua casa, ed è tramite la centralina che si possono controllare eventuali malfunzionamenti. Consente inoltre di parzializzare il funzionamento del nostro sistema (cioè di attivare solo una parte del kit), permettendoci, a seconda dei momenti, di attivare o disattivare alcuni dei sensori. Dotata di una password personale e gestibile attraverso un telecomando o l’uso di una chiave elettrica, la centralina può essere anche diretta da remoto tramite il ricorso a specifiche app per smartphone e tablet.

 

I sistemi di allarme aumentano davvero la sicurezza in casa?

Il numero di furti nelle case rimane ancora molto alto: nel 2020, città come Milano o Firenze hanno registrato oltre 500 furti in abitazione ogni 100.000 abitanti. La soluzione migliore per una tutela della sicurezza resta il ricorso ai moderni sistemi di allarme per la casa, che hanno contribuito alla significativa diminuzione dei furti con effrazione negli ultimi anni. L’utilizzo di sensori, attuatori e sistemi di videosorveglianza, in combinazione con il supporto degli  istituti di vigilanza, costituisce un deterrente efficace contro ogni tipo di intrusione clandestina.


I sistemi di allarme sono collegati agli istituti di vigilanza?

Non tutti sanno che, qualunque impianto di sicurezza antifurto, può teoricamente essere collegato direttamente con le forze dell’ordine. Tuttavia questo avviene raramente,  perché per la legge italiana non può essere richiesta alcuna tutela speciale da un cittadino a meno che non sia stato vittima di ripetute estorsioni o minacce. Quindi, per essere sicuri di poter ricevere un intervento tempestivo in caso di furto in casa, l’unica certezza è quella di ricorrere a degli istituti di vigilanza privati. Carabinieri o Polizia non potranno avere le chiavi di casa vostra per controllare effettivamente l’accaduto, servizio che invece, viene svolto dalle società di vigilanza privata.

 

Risparmiare sull’acquisto di un antifurto per la casa con il Bonus Sicurezza

Ancora per tutto il 2021 sarà possibile usufruire della detrazione IRPEF al 50% stabilita dal Bonus SicurezzaLa Legge di Bilancio 2021 prevede, infatti, che il contribuente possa detrarre le spese sostenute a partire dal 1 Gennaio 2021 per l'acquisto e l'installazione di sistemi volti ad incrementare la sicurezza della casa e dei suoi occupanti. Possono accedere alle agevolazioni tutti i contribuenti privati, residenti e non residenti in Italia ed i contribuenti titolari di impresa. Le detrazioni si applicano sull’acquisto e l’installazione di:

  • sensori perimetrali e volumetrici
  • centraline
  • impianti di videosorveglianza
  • misure di rafforzamento dei serramenti (porte blindate, grate, vetri antisfondamento, etc) 

 

Come scegliere telecamere di videosorveglianza per il kit di antifurto

In generale, le caratteristiche da preferire per poter scegliere la migliore telecamera da inserire nel tuo kit di allarme per la casa, sono le seguenti:

  • risoluzione delle immagini elevata
  • un sensore CMOS di buona qualità per immagini nitide anche di notte
  • illuminazione IR con una portata anche superiore a 40mt
  • registrazione audio
  • WDR (Wide Dynamic Range): garantisce la chiarezza delle immagini anche in situazioni di scarsa visibilità, per troppa o poca luce
  • 2D/3D DNR (Digital Noise Reduction): restituisce immagini nitide anche in caso di movimento
  • ROI: permette maggiore definizione di alcune zone impostate

 

Antifurto per la casa e privacy: come funziona la normativa?

Non tutti sanno che le telecamere di videosorveglianza devono sottostare alle regole della normativa sulla privacy: non bisogna dimenticare che questi sistemi implicano necessariamente la registrazione di immagini che vengono archiviate e che possono essere condivise con le autorità competenti.

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) pone dei limiti molto precisi ed attribuisce la responsabilità al titolare del trattamento, che può essere il proprietario dell’immobile o l’installatore professionista. Queste figure devono fare in modo che i dati vengano gestiti in conformità con quanto previsto dalla legge:

  • i fruitori di un ambiente devono essere informati che esiste una telecamera installata tramite una segnaletica apposta a livello cartellonistica
  • le immagini devono essere conservate e la loro archiviazione deve avvenire su adeguati supporti di memoria, in modo che possano essere accessibili soltanto da parte di persone autorizzate
  • i dati che vengono raccolti per la videosorveglianza devono essere utilizzati soltanto a questo scopo: non ci possono essere altre finalità
  • in presenza di sistemi di videosorveglianza che implicano il riferimento a dati biometrici (come il riconoscimento facciale o rilevazione vocale) è obbligatoria la valutazione d’impatto da parte del garante
  • vi sono poi delle regole molto precise che riguardano il posizionamento della telecamera per esterni e della telecamera per ambienti interni.