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Conservare le immagini di videosorveglianza: cosa prevede la normativa italiana.

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Conservare le immagini registrate delle telecamere di videosorveglianza è un argomento che genera spesso fraintendimenti tra gli operatori della sicurezza. Il dubbio principale riguarda il tempo di conservazione delle immagini, e su quali siano i casi i cui è possibile chiedere delle variazioni.

L’attuale normativa italiana in tema di videosorveglianza fa riferimento al Provvedimento del Garante della Privacy dell’8 aprile 2010.

In particolare, il punto 3.4 del Provvedimento stabilisce la durata della conservazione delle immagini registrate, fissando il limite standard a 24 ore, eventualmente estendibili a 48. Ma non oltre.

Soltanto per gli Istituti bancari e gli impianti di videosorveglianza con funzioni di pubblica sicurezza, il Garante della Privacy ha previsto una conservazione di 7 giorni.

Come richiedere un allungamento dei tempi di conservazione delle immagini.

Sarà compito del Garante della Privacy mediante regolare richiesta a stabilire particolari prolungamenti dei tempi di conservazione stabiliti dalla normativa.

Ad esempio sono legittimati a richiedere la conservazione prolungata delle immagini gli esercizi commerciali che hanno subìto frequentemente rapini o tentativi di furto, così come un privato, il cui appartamento condominiale è stato spesso vittima di intrusioni illecite.

Ricevuta la richiesta, il Garante procede a una verifica preliminare, la cui durata prevede tempi piuttosto lunghi (fino a 180 giorni).

Sanzioni applicabili dal Garante della Privacy.

Nel momento in cui non vengono rispettati i tempi di conservazione previsti dalla normativa del 2010, viene applicata una sanzione amministrativa che va da 30.000 a 180.000 euro.

Inoltre per chi non fa regolare richiesta di allungamento al Garante della Privacy viene applicata una sanzione pecuniaria che va da 20.000 a 120.000 euro.